Sabato 16 dicembre, alle ore 16.30, nella Sala Conferenze del Museo della Città e del Territorio di Cori, è stata inaugurata la mostra Memoria Inpressa. Luigi Rossini e le Antichità di Cora. L’evento, dalla straordinaria valenza culturale, è organizzato dal direttore scientifico del Museo, Giovanni Caratelli, e dall’Associazione Culturale Arcadia – anche per celebrare il primo decennale dell’Associazione che ormai da qualche anno gestisce in maniera egregia il Museo e la Biblioteca Comunale “Elio Filippo Accrocca” – e fa parte delle tante attività promosse nel corso di quest’anno dal Sistema Territoriale dei Musei dei Monti Lepini nell’ambito del progetto “Genti Lepine. Personaggi, narrazioni e memorie per la costruzione dell’identità dei Lepini”, finanziato dalla Regione Lazio per lo sviluppo dei sistemi di servizi.
L’idea di una mostra dedicata a Luigi Rossini – architetto e uno dei più importanti incisori italiani, ultimo continuatore dell’opera del Piranesi – che ha prodotto nella prima metà dell’Ottocento più di 600 matrici in rame, incise all’acquaforte e oggi conservate presso l’Istituto Centrale per la Grafica (istituto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dotato di autonomia speciale), nasce dal circolo virtuoso creato un paio di anni fa dall’Associazione Culturale Arcadia, che ha investito gli incassi provenienti dalla vendita di pubblicazioni e di biglietti del Museo nell’acquisto di una preziosa serie di otto stampe rossiniane, tutte appartenenti al medesimo esemplare ancora rilegato e dedicate alle Antichità di Cora nell’ambito della più vasta raccolta intitolata “Le antichità dei contorni di Roma, ossia, le più famose città del Lazio” (Roma 1824-1826). All’inaugurazione della mostra, in rappresentanza della qualificatissima partnership, prenderanno la parola Rita Bernini, consulente scientifico del progetto e storica dell’arte dell’Istituto Centrale per la Grafica, che nel 2014 ha curato l’ultima grande mostra dedicata all’incisore ravennate (“Luigi Rossini 1790-1857 Il viaggio segreto”), Gabriella Pace, funzionario diagnosta e responsabile tecnico del Laboratorio di Restauro e Legatoria d’opere d’arte su carta dell’Istituto Centrale per la Grafica, e Gaia Gambari, restauratrice, che ha eseguito il restauro delle stampe rossiniane.