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Nel piano di ingrandimento di Firenze redatto da Giuseppe Poggi su commissione della Giunta Municipale un ruolo fondamentale ebbe la demolizione dell'ultima cerchia di mura e la creazione, lungo buona parte del suo tracciato, di una cerchia di viali segnati da ampie piazze. L'abbattimento delle mura risultò infatti fin dall'inizio l'indispensabile premessa per perseguire i tanti obiettivi del progetto, con la conseguente formazione "di un pubblico grandioso passeggio secondante la traccia delle medesime e comprendente la larghezza della via circondaria esterna ed interna", in modo da costituire un'area fortemente qualificata per congiungere la città storica con i nuovi insediamenti. Esempi in tal senso non mancavano: a Vienna, solo pochi anni prima, nel 1857, l'imperatore aveva decretato l'abbattimento della pittoresca cinta muraria per aprire un anello stradale (Ringstrasse) di notevole ampiezza e in fregio al quale posizionare vari edifici pubblici monumentali quali il palazzo della Borsa, l'Università, il palazzo Comunale, il Burghtheater e il Parlamento. Per quanto poi riguarda nello specifico le piazze di cui qui proponiamo una rilettura, è inoltre da tenere presente l'attenzione riservata dal Poggi al tema del verde, affrontato nei tempi precedenti a Firenze solo per addivenire a interventi oltremodo limitati, non sussistendo in città quei problemi (essenzialmente di inquinamento e di limitata ventilazione) che già invece erano già stati affrontati da altre grandi metropoli europee, quali Londra e Parigi.
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