Calce derivata dalla cottura di calcari dalla struttura macrocristallina contenenti piccole percentuali di argilla (impurità superiori al 6%), cioè con presenza di ossidi di calcio e magnesio inferiore al 90%. Rispetto alla calce grassa (più adatta per il confezionamento delle malte per intonaci e per la preparazione di supporti per la pittura murale) ha una minor resa in grassello e, in generale, scarsa tenacità. Il termine è ugualmente documentato a indicare una malta di calce con alta percentuale di sabbia: in questo senso la locuzione (calcina maghera) è registrata nel vocabolario di Filippo Baldinucci (1681). Ugualmente il Dizionario tecnico (II, 1887), alla voce magro (impasto), ribadisce: "Dicesi della calce impastata con troppa rena, dell'argilla cui è mescolata silice, e così di uno smalto e simili". Vedi anche calce forte. |