Legno pregiato, duro e compatto, resistente agli attacchi degli insetti xilofagi e scarsamente sensibile alle variazioni igrometriche, ottenuto dall'omonimo albero delle Rosaceae (Pyrus communis), coltivato diffusamente in moltissime varietà per i suoi frutti. Viste le modeste dimensioni della pianta è stato impiegato per lavori al tornio, intarsi, intagli e piccole sculture, come pure per matrici xilografiche. Se tinto di nero, imita perfettamente l'ebano. E' stato inoltre utilizzato come supporto della pittura in buona parte dell'Europa, particolarmente nella regione italiana (dove comunque l'impiego è sporadico rispetto al più diffuso pioppo) e nelle Fiandre. Così annota Filippo Baldinucci nel suo Vocabolario (1681): "Pero. Una sorta d'albero fruttifero, il di cui frutto chiamasi pera. Il suo legname detto anch'egli pero, riceve, per esser molto denso, bellissimo pulimento, e lustro; onde vale a far bei lavori di quadro, per ornamenti di pitture, che poi tinti di nero si assomigliano all'ebano. Di questo stesso legname si servono gli intagliatori di figure da stampa, per intagliarvi i loro disegni, in cambio di bossolo, essendo che sia esso di minor spesa di quello, e sene trovan pezzi d'assai maggior larghezza". Dal greco pyr, fiamma, per la forma piramidale del frutto. |
note: Borghini Gabriele, Massafra Maria Grazia (a cura di), Legni da ebanisteria, Roma, De Luca 2002. |